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Al Museo di Antropologia i racconti delle detenute del carcere

Al Museo di Antropologia i racconti delle detenute del carcere

Mi congratulo con me stessa per essere ancora sana di testa dopo cinque anni trascorsi dentro a questo tunnel nero. Chi mi ha dato tanta forza? I miei racconti, al corso di scrittura creativa...

Sono queste le parole di una delle autrici della raccolta La portavoce. Racconti delle detenute di Sollicciano a cura di Monica Sarsini.

Il Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze, luogo dell’accoglienza e dell’inclusione, aperto da sempre alle istanze della società civile, rinnova il suo appuntamento con la presentazione dei racconti delle detenute del carcere fiorentino.

 

Giovedì 20 ottobre, ore 17

Presentazione de La portavoce. Racconti delle detenute di Sollicciano al Museo di Antropologia e Etnologia
Via Del Proconsolo 12, Firenze
Aula 1 – Piano terra

Ingresso gratuito

 

L'attore Paolo Hendel legge i racconti delle detenute

 

A Sollicciano “Non funziona più niente, per non parlare dei rapporti tra noi detenute. […]. La distanza e il gelo dilagano facendo spazio all’egoismo, che sbrana il nostro soffio vitale e ogni giorno le cose peggiorano, […] è la violenza che prevale, l’indifferenza ha preso il sopravvento”.

 

La curatrice
Monica Sarsini, nata a Firenze dove vive e lavora sia come scrittrice sia come artista visiva, da oltre dieci anni tiene un corso di scrittura creativa nel carcere di Sollicciano.

Oltre alle sue numerose altre pubblicazioni, ha curato tre antologie per la casa editrice Le Lettere: Alice nel paese delle domandine; Alice la guardia e l’asino bianco; Racconti dalla casa di nessuno, che raccolgono i racconti delle detenute e dei detenuti che hanno frequentato le sue lezioni.

 

Il progetto “Scrivere in carcere”

Monica Sarsini racconta che il progetto Scrivere in carcere è nato nel 2007, rivolto ai reclusi della sezione maschile ed era tenuto da Enzo Fileno Carabba, di cui era collaboratrice. Con il tempo il progetto è stato esteso anche alla sezione femminile. I corsi hanno interessato tante detenute, comprese donne straniere.

Le lezioni sono concepite come laboratorio di lettura e scrittura, cercando di avere un continuo coinvolgimento delle partecipanti con la costante verifica dei risultati. Durante ogni incontro le detenute consegnano i testi dei loro racconti che sono letti e discussi.

Le lezioni, con le parole di Monica Sarsini, hanno prodotto effetti benefici sia sul piano personale sia su quello relazionale. La scrittura permette momenti di riflessione, di rilettura del proprio vissuto e crea condizioni per un percorso di recupero personale e psicologico. Dal punto di vista relazionale si realizza un’abitudine all’ascolto, al rispetto della molteplicità dei punti di vista, una maggiore fiducia dell’una con l’altra. Il corso consente la rielaborazione del proprio vissuto e costituisce un aiuto per il processo riabilitativo.

 

Locandina

03 Ottobre 2022 (Archiviata)

 

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