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Cere anatomiche

 

Questa collezione è un accurato trattato tridimensionale di anatomia umana, nel quale l'uomo è materia di investigazione. È composta da opere d'arte che, in assenza delle ricostruzioni digitali di un computer (siamo tra Settecento e Ottocento), potevano sostituirsi ai cadaveri quali strumenti didattici per l'insegnamento dell'anatomia.

Sono conservate nel Museo 513 urne con cere di anatomia umana: ogni preparato in cera, composto da uno o più pezzi, è all'intero di una teca in legno e vetro. Le figure intere sono 26, di cui 18 a grandezza naturale – 6 in piedi e 12 sdraiate. La collezione è arricchita da un corredo di tavole didattiche in tecnica mista (tempera, acquerello, matita).

Una delle prime creazioni dell'officina di ceroplastica di Firenze fu "La Venere" – l'unica del Museo in cera scomponibile, dalla quale cioè si possono togliere vari strati o sezioni fino a svelare persino un piccolo feto.
Altra statua pregevole è "Lo Spellato", cera a figura intera in una posizione che ricorda le opere di Michelangelo – nel continuo gioco tra opera d'arte e strumento didattico di anatomia.
Sono conservate opere significative anche tra i pezzi più piccoli, dal cervello all'anatomia del piede.

Ogni cera è una riproduzione fedele del cadavere dissezionato, tanto da rappresentare anomalie anatomiche e persino ghiandole ignote negli anni di realizzazione delle opere.

La produzione ceroplastica iniziò nel 1771 e dopo nemmeno 5 anni nasceva il Museo 'La Specola' per volontà del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena: un notevole numero di cere anatomiche era già stato preparato, grazie al modellatore Giuseppe Ferrini sotto la guida di Felice Fontana. Tra i ceroplasti più famosi della scuola fiorentina si ricordano Clemente Susini e Egisto Tortori.

Leggi di più sulla collezione delle cere anatomiche
Poggesi, M., La collezione delle cere anatomiche, in: Barsanti, G. e Chelazzi, G. (a cura di), 2009, "Il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze : Le collezioni della Specola: zoologia e cere anatomiche", Firenze University Press (pp. 81-105)

Ultimo aggiornamento

06.03.2023

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