Percorso lichenologico nell'Orto botanico, tappa 4 | English
I licheni sono ottimi bioindicatori: alcune specie sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico, altre più tolleranti. La loro presenza, o assenza, può quindi essere utilizzata per stimare il livello di qualità dell’aria in un’area. Il metodo più semplice si basa su un conteggio visivo con l’uso di un retino, cioè una griglia quadrata suddivisa in celle (ad esempio 10x10 cm). Appoggiandolo su un tronco o su un’altra superficie colonizzata, si conta in quante celle è presente almeno un tallo lichenico. Maggiore è il numero di celle occupate, più alta è la copertura lichenica. Questo metodo fornisce un indice rapido e facilmente comparabile tra aree diverse o tra periodi diversi nello stesso sito. Combinando le informazioni su copertura e numero di specie, si ottiene una fotografia ecologica che rivela lo stato dell’ambiente e la sua evoluzione nel tempo.
I licheni sono ottimi biomonitors della qualità dell’aria perché assorbono acqua e sostanze direttamente dall’atmosfera, lungo tutto il tallo. Non avendo cuticola né aperture stomatiche, possono accumulare inquinanti durante l’idratazione, sia in forma secca che umida.
Strutture come isidi e soredi aumentano la superficie di assorbimento, mentre la parete fungina, ricca di chitina e altre molecole, contribuisce alla capacità di trattenere metalli e sostanze tossiche. Anche la forma del tallo è importante: i licheni fruticosi, ad esempio, intrappolano più inquinanti rispetto a quelli crostosi. Le alterazioni osservabili possono essere fisiologiche (es. calo della fotosintesi), morfologiche o ecologiche (come la diminuzione della biodiversità). Specie come Pseudoevernia furfuracea e Evernia prunastri, sono tra le più usate nei monitoraggi ambientali, utili per valutare gli effetti dell’inquinamento nel tempo.
Le microplastiche presenti nell’atmosfera, in particolare microfibre e piccoli frammenti, possono restare intrappolate nei talli lichenici, in modo efficace soprattutto in quelli fruticosi, per via della loro forma ramificata. Diversi studi hanno dimostrato che i licheni riescono a catturare queste particelle, rendendoli buoni biomonitor anche per questo tipo di inquinante emergente. Per ottenere dati attendibili si utilizzano spesso trapianti lichenici, cioè campioni esposti in ambiente urbano per alcune settimane (circa 12), con buoni risultati.