Sporochnus C. Agardh, 1817: xii
I talli, alti 5-50 cm e fissati al substrato tramite un serrato
intreccio di rizoidi, presentano uno o più assi eretti
cilindrici e compatti sui quali si inseriscono radialmente o
con disposizione alterna numerose ramificazioni primarie che
a loro volta possono o meno presentare ulteriori ramificazioni
laterali. Laccrescimento è tricotallico e sia gli
assi principali che le ramificazioni laterali di vario ordine
mostrano quindi una struttura aplostica e pseudoparenchimatica
con ciuffi apicali di peli pigmentati provvisti di meristema
basale. Corti ramuli ad accrescimento determinato di lunghezza
più o meno uniforme ed
anchessi provvisti di un ciuffo apicale di peli pigmentati,
sono infine abbondantemente distribuiti sugli assi eretti. In
sezione trasversale il tallo presenta una zona midollare costituita
da cellule ialine con pareti abbastanza ispessite, delimitata
esternamente da 1-2 strati di piccole cellule corticali pigmentate;
quelle dello strato più esterno, fornite di plastidi discoidi
privi di pirenoide, in visione superficiale risultano ordinate
in regolari file longitudinali.
Il ciclo biologico è di tipo digenetico diploaplofasico
eteromorfo ed il macrotallo sopra descritto rappresenta la generazione
sporofitica che si alterna con gametofiti, monoici o dioici,
microscopici e filamentosi. Gli organi uniloculari dello sporofito,
inseriti in posizione laterale su corte parafisi pluricellulari
caratterizzate da una cellula apicale rigonfia, sono riuniti
in sori mucillaginosi e compatti che ricoprono con una sorta
di manicotto i corti ramuli ad accrescimento determinato, ad
eccezione di una ristretta porzione prossimale. Nella generazione
gametofitica microscopica la gamia è oogama ma indagini
colturali hanno evidenziato che il gamete maschile, nel caso
di una mancata fecondazione, è comunque in grado di svilupparsi
per partenogenesi dando origine ad un nuovo tallo microscopico.
Sulle coste toscane è segnalata una sola specie di questo genere: Sporochnus pedunculatus
(Hudson) C. Agardh.
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