Percorso lichenologico nell'Orto botanico, tappa 1 | English
I licheni si formano quando le ife del fungo, che da solo non è in grado di nutrirsi, entrano in contatto con alcune cellule di alghe. L’insieme dei simbionti forma una struttura che prende il nome di tallo.
I due organismi che costituiscono i licheni formano una simbiosi, ovvero vivono in uno stretto rapporto di convivenza che porta beneficio a entrambi: l’alga riceve dal fungo protezione, acqua e sali minerali e il fungo riceve dall’alga gli zuccheri necessari per la propria sopravvivenza.
Lo strato più esterno del tallo si chiama cortex ed è formato da ife compatte; le sue funzioni sono quelle di donare sostegno alla struttura e di fare da interfaccia con l’atmosfera, da cui il tallo deriva luce, gas, acqua e nutrienti.
Nello strato appena inferiore si trova la popolazione algale al di sotto delle quali le cellule allungate delle ife formano un tessuto spugnoso e lasso, che prende il nome di medulla. Infine, spesso, si trova il cortex inferiore, a contatto con il substrato.
I licheni possono svilupparsi in diverse forme. Quelli crostosi formano una crosta sottile e aderente al substrato, dalla quale non possono essere separati senza danneggiarsi. I licheni fogliosi hanno un tallo simile a una foglia, con due superfici distinte, e si fissano al supporto tramite filamenti detti rizine. I licheni fruticosi, invece, presentano una struttura ramificata tridimensionale, che può crescere verso l’alto o essere pendente.
La riproduzione asessuata avviene grazie alla dispersione di propaguli vegetativi, che prendono il nome di isidi e soredi, cioè piccoli frammenti di tallo contenenti alga e fungo associati. I propaguli si staccano dall’organismo di partenza e vengono dispersi nell’ambiente tramite il vento, la pioggia o il trasporto da parte di animali, finché non si depositano su un nuovo substrato e danno origine a un nuovo individuo con lo stesso patrimonio genetico dell’originale. La riproduzione sessuata avviene invece grazie alla produzione di spore da parte del fungo. Le spore vengono prodotte nei corpi fruttiferi, che possono essere apoteci o periteci e che si trovano sulla superficie del tallo, e poi vengono rilasciate nell’ambiente. Si tratta di strutture molto resistenti e dalle forme più disparate, che possono dare origine a un nuovo individuo solo se incontrano cellule algali specifiche libere nell’ambiente. La maggior parte dei licheni ricorre a una delle due strategie riproduttive, ma ci sono anche specie che possono sfruttarle entrambe, generalmente prediligendo la via asessuata, più semplice.
Ogni specie richiede accorgimenti specifici, in base al substrato su cui cresce, per evitare di danneggiarla. È importante raccogliere campioni sufficienti per l’identificazione, ma senza compromettere l’ambiente, soprattutto in presenza di specie rare. In Toscana, una legge regionale del 2021 ha introdotto regole precise sulla raccolta dei licheni per tutelarne la biodiversità, stabilendo il divieto o i limiti di raccolta per diverse specie di cui la conservazione è a rischio. Tra le specie da proteggere troviamo Cladonia mediterranea, che la puoi osservare in questa prima tappa, presente in ambienti costieri e soggetta a pressione antropica. In generale, ricordiamoci che la raccolta va sempre fatta con attenzione, rispettando i limiti previsti e contribuendo alla conservazione di questi preziosi organismi.
Tutte le foto sono di Elisabetta Bianchi. Il disegno è di Elena Profeti.