Genere


 

Champia Desvaux, 1809: 245

Talli collegati al substrato tramite un disco basale o stoloni rampanti da cui si dipartono assi eretti o decombenti, cilindrici o compressi lateralmente, internamente cavi ma suddivisi in segmenti regolari da diaframmi trasversali in corrispondenza dei quali gli assi possono presentare costrizioni più o meno marcate. Gli assi, a ramificazione alterna, opposta, verticillata od irregolare, mostrano una struttura pluriassiale con un gruppo di cellule apicali che originano filamenti longitudinali provvisti di cellule secretrici in posizione adassiale. In direzione centripeta, e ad intervalli regolari, i filamenti formano i diaframmi trasversali monostromatici mentre esternamente danno origine ad una zona corticale di voluminose cellule rivestite o meno da uno strato di cellule più piccole. Il ciclo biologico è isomorfo ed i gametofiti sono dioici. Nel gametofito femminile il ramo carpogoniale quadricellulare si inserisce su una cellula supporto della zona corticale dalla quale si diparte un ramulo bicellulare con la cellula ausiliaria all’apice. Il carposporofito presenta una cellula di fusione basale e filamenti gonimoblastici ramificati le cui cellule apicali si trasformano in carposporocisti. Il cistocarpo, esterno ed a contorno globulare od urceolato, presenta una tela arachnoidea ben sviluppata ed è provvisto di uno spesso pericarpo ostiolato formato da 2-6(10) strati cellulari. Sul gametofito maschile le spermatocisti formano sori superficiali dato che le cellule madri derivano dalle cellule corticali più esterne. Nella generazione tetrasporofitica le tetrasporocisti, a divisione tetraedrica, derivano dalle cellule corticali più interne e sono prevalentemente distribuite nelle porzioni subapicali del tallo.
Sulle coste toscane è segnalata unicamente Champia parvula (C. Agardh) Harvey