Genere


 

Grateloupia C. Agardh, 1822:221

Talli a struttura pluriassiale con assi principali eretti lineari o lanceolati, compressi lateralmente, appiattiti ed anche foliosi ed indivisi che si collegano al substrato tramite un disco basale dal quale si diparte un breve stipite. Gli assi, di consistenza carnosa o cartilaginea, di solito risultano riccamente ramificati su un solo piano o su piani diversi ed in sezione trasversale presentano una zona midollare costituita da un lasso intreccio di filamenti frammisti a rizoidi. La zona midollare è delimitata esternamente da una zona corticale interrna con cellule stellate collegate tra loro tramite sinapsi secondarie, e da una zona corticale esterna formata da filamenti anticlinali le cui cellule risultano inizialmente isodiametriche e poi di dimensioni gradualmente decrescenti. Il ciclo biologico è isomorfo ed i gametofiti sono monoici o dioici. Nel gametofito femminile il carposporofito si sviluppa all’interno di ampolle fertili ed il ramo carpogoniale bicellulare è situato in una ampolla diversa da quelle contenente le cellule ausiliarie. Dopo la fecondazione alcuni filamenti di connessione trasferiscono i nuclei diploidi alle cellule ausiliarie e da una piccola cellula di fusione si sviluppa un carposporofito compatto rivestito da un involucro filamentoso organizzato sia dai filamenti dell’ampolla che da quelli midollari. A maturità il carposporofito con il suo rivestimento ostiolato è interamente incluso nella zona corticale o emerge parzialmente. Nel gametofito maschile le cellule madri delle spermatocisti, riunite in sori superficiali, derivano direttamente dalle cellule corticali esterne. Nella generazione tetrasporofitica le tetrasporocisti, a divisione crociata od irregolare, si originano nella zona corticale intermedia e risultano disperse o riunite in sori.
Nelle raccolte effettuate lungo le coste toscane è stata individuata una sola specie di questo genere: Grateloupia filicina (J. V. Lamouroux) C. Agardh.