Acrosorium Zanardini ex Kützing, 1869: 4
Talli membranacei e delicati, con porzione prossimale prostrata
che si collega al substrato tramite rizoidi pluricellulari aggregati
fra loro e provvisti poi di fronde erette o ascendenti che possono
mostrare un contorno largamente flabellato o risultare nastriformi
e con ramificazione irregolarmente alterna. Le singole lamine,
del diametro di pochi mm ed alte (1)3-5(10) cm, risultano monostromatiche
tranne che nella zona basale o al momento di formare le strutture
riproduttive, presentano porzioni apicali stondate o anche revolute
ed uncinate con margini lisci o denticolati e sono percorse da
venature ramificate microscopiche con apici liberi od anastomosati.
Laccrescimento è assicurato da meristemi marginali ed
il ciclo biologico è isomorfo con gametofiti dioici.
Nel gametofito femminile i procarpi sono sparsi su cellule supporto
che danno origine ad un primo gruppo di cellule sterili, ad un
ramo carpogoniale quadricellulare e ad un secondo gruppo di cellule
sterili. A maturità il carposporofito presenta una cellula
di fusione basale e filamenti gonimoblastici molto ramificati
ai cui apici si formano le carposporocisti; il cistocarpo è
ostiolato e provvisto o meno di collare. Nel gametofito maschile
le cellule madri delle spermatocisti sono riunite in sori a contorno
irregolare, distribuiti prevalentemente nelle porzioni subapicali.
Nella generazione sporofitica le tetraspocisti, a divisione tetraedrica
e disposte su due strati sovrapposti, sono anchesse riunite
in sori subapicali rivestiti dalle cellule corticali più
esterne.
Lunica specie di questo genere presente in Mediterraneo
e diffusa anche sulle coste toscane è:
Acrosorium ciliolatum
(Harvey) Kylin
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