Genere





Laminaria J.V. Lamouroux, 1813: 40

Il genere comprende alghe di cospicue dimensioni, diffuse soprattutto nei mari temperati e temperato-freddi dei due emisferi. Il tallo, di natura parenchimatica, è differenziato in uno stipite cilindrico o compresso lateralmente, compatto o talvolta internamente cavo (cauloide), fissato al substrato tramite formazioni rizomatose (apteri) che possono mostrare un comportamento stolonifero e che solo in alcune specie sono riunite a formare una sorta di disco. Lo stipite si dilata all’apice in una lamina (filloide) intera o suddivisa e laciniata, con superficie liscia o anche provvista di rigonfiamenti e talvolta ondulata sui margini. Sia nello stipite che nella lamina si possono riconoscere tre zone anatomiche: una zona midollare centrale, una zona corticale ed un meristoderma superficiale che svolge sia funzioni fotosintetiche che meristematiche grazie a continue divisioni periclinali ed anticlinali delle sue cellule. Dalla zona corticale interna derivano poi particolari cellule che caratterizzano la zona midollare ovvero cellule cribrose, riunite in file longitudinali e provviste di placche cribrose sulle pareti trasversali, che a maturità assumono una caratteristica forma “ a trombetta” e cellule ifali, molto allungate e ramificate, che viceversa percorrono la zona midollare in tutti i sensi andando a formare una sorta di impalcatura interna. In alcune specie, a livello della zona corticale, si osservano infine canali mucipari, talvolta tappezzati da cellule secretici e collegati fra loro a formare una struttura reticolata. L’accrescimento in lunghezza del tallo si realizza tramite un meristema intercalare situato nella zona di transizione tra lo stipite e la lamina (meristoderma primario) che provvede all’allungamento sia dello stipite che della lamina. In taluni casi l’attività del meristema è continua per cui la lamina si accresce regolarmente in lunghezza a partire dalla zona basale mentre la porzione distale, invecchiando, si distrugge progressivamente; in altre specie l’attività del meristema intercalare è stagionale e si ha quindi la formazione di una nuova lamina che si colloca tra lo stipite ed i resti della vecchia lamina dell’anno precedente.
Questa espressione morfologica rappresenta la generazione sporofitica di un tipico ciclo digenetico diploaplofasico eteromorfo dato che la generazione gametofitica è strutturalmente molto diversa essendo costituita da una tallo filamentoso microscopico, scarsamente differenziato. Nello sporofito le strutture riproduttive sono raggruppate in aree sorali, distribuite su ambedue le superfici della lamina e talvolta anche sulla porzione apicale dello stipite. Nell’ambito del soro ciascuna sporociste, a forma di clava, è associata con una parafisi ed il suo nucleo diploide va incontro ad un preliminare processo meiotico ed a mitosi successive con formazione di 32 nuclei aploidi che si organizzano a formare altrettante zoospore la cui liberazione avviene in seguito alla rottura della parete della sporociste ed alla gelificazione delle pareti delle parafisi. Dalla germinazione delle zoospore si sviluppano microscopici gametofiti dioici costituiti da un numero limitato di cellule, definiti anche con il termine di protalli per sottolineare il loro scarso differenziamento. Sui protalli maschili, in posizione apicale o laterale, si formano spermatocisti nel cui interno matura un solo anterozoide mentre nei protalli femminili, in posizione apicale o anche intercalare, alcune cellule si arricchiscono di sostanze di riserva e si trasformano in altrettanti oogoni all’interno dei quali si forma una sola oosfera che, a maturità, fuoriesce parzialmente dall’oogonio. La gamia è quindi una oogamia ed è facilitata dall’emissione di un ormone sessuale da parte dell’oosfera (lamoxirene) che ha la duplice funzione di stimolare la fuoriuscita dell’anterozoide dalla sua spermatociste e di attirarlo in prossimità dell’oosfera per realizzare la fecondazione. Lo zigote inizia il suo sviluppo mantenendo i contatti con le pareti dell’oogonio ed inizialmente tutte le cellule sono in grado di dividersi sviluppando una piccola lamina polistromatica; successivamente, nel momento in cui compaiono gli abbozzi degli apteri e dello stipite, l’accrescimento in lunghezza si localizza nella zona di transizione e progressivamente il giovane sporofito assume l’aspetto definitivo.
In Mediterraneo sono presenti 2 specie del genere Laminaria: Laminaria ochroleuca De La Pylaie, distribuita prevalentemente nelle acque dello Stretto di Messina e Laminaria rodriguezii Bornet, un paleoendemismo mediterraneo, presente anche sulle coste toscane.