Ralfsia Berkeley in Smith et Sowerby, 1843: pl. 2866.
Talli crostosi a contorno orbicolare, spesso confluenti,
provvisti o meno di rizoidi e completamente aderenti al substrato.
In sezione longitudinale radiale la compatta porzione basale
è costituita da uno o più strati di filamenti
dapprima plagiotropi (ipotallo) poi ascendenti od eretti, semplici o scarsamente
ramificati e riuniti a formare uno pseudotessuto compatto (peritallo);
il peritallo è poi ricoperto esternamente da una sorta
di cuticola da cui emergono sporadici ciuffi di peli forniti
di meristema basale ma privi di guaina. Le cellule, a pareti
piuttosto ispessite, sono provviste di un solo plastidio parietale
privo di pirenoide.
Il ciclo biologico è digenetico diploaplofasico isomorfo
ma non sono da escludere fenomeni apomeiotici a livello degli
organi uniloculari come pure lo sviluppo partenogenetico dei
gameti prodotti dagli organi pluriloculari per cui, in questi
casi, viene riciclato direttamente il tallo di partenza. Gli
organi uniloculari piriformi, sessili o pedicellati e frammisti
a parafisi pluricellulari, sono riuniti alla superficie del tallo
in sori mucillaginosi leggermente prominenti. Anche gli organi
pluriloculari, meno frequenti rispetto a quelli uniloculari,
sono riuniti in sori compatti che occupano comunque una posizione
intercalare essendo costituiti da file verticali di logge uni-
o biseriate sovrastate da 1-2 cellule apicali sterili.
Ralfsia verrucosa (Areschoug)
J. Agardh è lunica specie di questo genere segnalata
in Mediterraneo e sulle coste toscane.
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