Gelidium minusculum

 

Gelidium minusculum (Weber van Bosse) E. R. Norris
Ordine: Gelidiales
Famiglia: Gelidiaceae
 Riferimento
bibliografico
Norris E. R., 1992a: 17   Basionimo Gelidium pusillum(Stackhouse) Le Jolis var. minusculum Weber van Bosse, 1921: 226
 Località tipo Daram Islet, Indonesia
 Descrizione La porzione stolonifera basale, cilindrica e del diametro di 100-120(160) µm, si collega al substrato tramite apteri che emergono dalla faccia ventrale ad intervalli irregolari e che spesso risultano opposti agli assi eretti inseriti sulla faccia dorsale. I semplici assi eretti, subcilindrici o compressi lateralmente, alti 1-2 mm e provvisti di una evidente cellula apicale, emergono dall’asse parentale ad intervalli piuttosto regolari e nelle porzioni più espanse hanno un diametro di 170-190 µm. In sezione trasversale la zona midollare presenta cellule arrotondate, del diametro di 5-9 µm, frammiste a sporadiche rizine presenti unicamente nelle porzioni adulte del tallo e distribuite prevalentemente nella zona midollare esterna . In visione superficiale le cellule corticali mostrano una disposizione irregolare, un contorno ovale o subrettangolare con margini più o meno sinuosi e misurano 8-15 x (3)5-8 µm. I campioni esaminati sono sterili ma i riferimenti bibliografici riportano gametofiti maschili con cellule madri delle spermatocisti inserite perpendicolarmente sulle cellule corticali e che rivestono più o meno completamente gli assi eretti mentre nel gametofito femminile i cistocarpi biloculari, con il rispettivo ostiolo, occupano ambedue i lati di una dilatazione apicale degli assi fertili ed hanno un diametro di 350-385 µm. Nella generazione tetrasporofitica le tetrasporocisti, del diametro di 30-35 µm, sono irregolarmente distribuite sulle porzioni apicali dilatate degli assi fertili.
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 Habitat Epibionte su briozoi od epifita su corallinacee crostose in ambienti scarsamente illuminati del piano infralitorale.
 Distribuzione Nuovo reperto per le coste toscane; i campioni esaminati provengono da raccolte effettuate in due isole dell’arcipelago: Capraia e Pianosa. L’assenza di precedenti riferimenti bibliografici è probabilmente da attribuire alle dimensioni estremamente ridotte del tallo