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L’arte delle donne a Villa La Quiete: Ortensia Fedeli, una pittrice del Seicento ritrovata

L’arte delle donne a Villa La Quiete: Ortensia Fedeli, una pittrice del Seicento ritrovata

Dopo un accurato restauro torna a splendere a Villa la Quiete la lunetta della pittrice Ortensia Fedeli raffigurante 'Sant’Agata portata in cielo dagli Angeli'. Scoperta nei depositi della dimora storica, l’opera è stata riconosciuta dalla storica dell’arte Donatella Pegazzano come l’unico dipinto finora noto di una pittrice fiorentina del Seicento. L’opera è parte del ricco patrimonio artistico dell’antico convento delle Montalve di cui da anni il Sistema Museale di Ateneo si prende cura allo scopo di conservarlo, valorizzarlo e renderlo fruibile al pubblico.

 

Mercoledì 8 marzo, dalle 15.30

Visite guidate alla lunetta restaurata a cura di Donatella Pegazzano

Villa La Quiete, Via di Boldrone 2, Firenze

Ingresso gratuito senza prenotazione

 

Le visite si inseriscono all'interno del calendario della Giornata internazionale dei diritti della donna che l' Ateneo fiorentino ha previsto con una maratona di iniziative che ha il suo culmine mercoledì 8 marzo, ma prende avvio nei giorni precedenti e coinvolge tutta la comunità universitaria.

 

L’intervento conservativo e di restauro, condotto sapientemente da Rossella Lari, è stato reso possibile grazie al mecenatismo di tre donatrici statunitensi, Kate Wilson, Kathryn Murphy Burke e Suzanne Frank, con il supporto dell’associazione Friends of Florence.

La lunetta di Ortensia Fedeli, il dipinto di una donna scoperto e recuperato grazie all’impegno delle donne, rappresenta il primo passo per la conoscenza di una pittrice, da inserire nel gruppo delle artiste del Seicento, e contribuisce a una maggiore comprensione del ruolo attivo svolto dalle donne nella società del loro tempo, anche nel chiuso di quei microcosmi, alla fine non così separati dal mondo, che furono i conventi femminili. 

 

La lunetta
Databile tra il secondo e il terzo decennio del Seicento, vede al centro la figura di Sant’ Agata martire nel capitolo conclusivo della sua vita, ancora oggi ricordata tra le principali sante italiane, e considerata una delle protettrici delle donne che hanno sofferto di malattie al seno o di quelle che hanno subito violenze e maltrattamenti.

Ortensia dimostra di essere un’attenta e abile colorista: la martire è avvolta in una veste dai toni vivaci, dove domina un rosa lacca e, nella parte del seno, è ricoperta da un velo trasparente. Ci sono, poi, i due grandi angeli che accompagnano Agata nella sua ascesa verso il cielo. Anch’essi hanno abiti eleganti, dipinti con diversi colori, sapientemente sfumati. Ai lati della tela si trovano, poi, anch’essi bene in evidenza, due angeli più piccoli: uno regge la palma del martirio e l’altro le tenaglie con le quali i persecutori strapparono il seno di Agata, dopo che questa si era rifiutata di rinunciare alla religione cristiana. Tutto lo sfondo della tela è poi occupato da quelle che, prima del restauro, sembravano gruppi di nuvole grigie e che invece adesso appaiono teste di cherubini che accompagnano l’ascesa della santa al cielo.

 

Ortensia Fedeli
Ortensia, figlia di un medico, Giovanni Fedeli, era nata a Firenze nel 1569. Tredicenne, nel 1582, era entrata nel monastero delle camaldolesi di Sant’Agata in via San Gallo a Firenze, luogo dal quale il dipinto proviene. L’attività di pittrice si svolse tutta all’interno delle mura del convento, dove produsse sia opere a soggetto sacro per la chiesa, una serie lunette con la storia di sant’Agata, di cui sopravvive solo il dipinto oggi alla Quiete, sia dipinti di natura morta e di uccelli. Non si conosce la sua data di morte ma i documenti del monastero di Sant’Agata la ricordano in vita almeno fino al 1630. 

Ci sono molti indizi che portano a credere che Ortensia avesse imparato a dipingere, e il restauro conferma le sue notevoli capacità anche tecniche, dal celebre pittore, veronese di origine ma fiorentino di adozione, Jacopo Ligozzi, grande interprete di pittura sacra ma anche autore di bellissimi disegni naturalistici. Sappiamo che Ligozzi, oltre a realizzare opere per il monastero, forniva disegni alle donne che lì si dedicavano alla pittura, non solo ad Ortensia.

 

 

 

16 Febbraio 2023 (Archiviata)

 

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