Il 'giardino all'italiana', costruito tra il 1724 ed il 1727, fece parte della grande trasformazione di Villa La Quiete voluta da Anna Maria Luisa de' Medici. Fino ad allora esisteva, a sud della villa, solo un piccolo prato.
Il nuovo impianto fu articolato in tre parti: la terrazza adiacente all'edificio, il giardino formale vero e proprio, la ragnaia.
La ragnaia è uno dei pochi esempi, pervenuto fino a noi pressoché intatto, di questa tipologia di sistemazione arborea legata alla caccia degli uccelli mediante reti stese tra un ramo e l'altro ("ragne"), pratica un tempo molto diffusa in Toscana.
Il principale artefice della struttura botanica fu Sebastiano Rapi, capo giardiniere di Boboli. Di fatto nel giardino de La Quiete venivano riproposti gli stessi elementi che caratterizzavano i giardini medicei legati alla tradizione agricola e ortiva dei giardini toscani (la ragnaia, il selvatico, il giardino dei fiori, l'orto, le spalliere di aranci, i boschetti di cedrati, i boschetti di agrumi, etc.).
La terrazza si estende ben oltre le stanze dell'Elettrice. Sotto il terrazzino di raccordo tra il ricetto del coro basso e l’appartamento già della principessa medicea, si apre una grotta decorata a spugne dove le suore avevano fatto collocare l'immagine della Vergine, oggi non più esistente, adorata da una bambina in ginocchio.
Dalla parte opposta dello scalone che scende dalla terrazza, troviamo il gruppo scultoreo della Samaritana al pozzo, opera di Benedetto e Giovacchino Fortini, inserito in una grande nicchia rivestita di ‘spugne’ che sormonta una fontana; in fondo al giardino, a ovest, si trovava un imponente tabernacolo raffigurante in affresco la scena del Noli me tangere (oggi scomparso) con il Cristo in veste di giardiniere.
In questo giardino si respira la passione per il ritiro salutare nella natura e per la caccia comuni a tutti i membri della dinastia medicea.