Mi interessano gli esseri umani, soprattutto. Ovunque essi vivano. Il mio lavoro è far conoscere terre e popoli e farne innamorare il tempo di un viaggio.
Le parole sono di Caterina Borgato, viaggiatrice, scrittrice, fotografa ospite del Museo di Antropologia e Etnologia in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna per la presentazione del suo libro Donne di terre estreme (Edizioni Montura, 2021). Monica Zavattaro, curatrice del Museo, modera l’incontro.
Martedì 8 marzo, ore 17–19
Museo di Antropologia e Etnologia, Sala 18
Via del Proconsolo 12, Firenze
Ingresso gratuito. Prenotazione consigliata. È richiesta la Certificazione verde COVID19 rafforzata.
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La Giornata internazionale dei diritti della donna nasce nel contesto delle società industrializzate e nel corso della storia occidentale la distinzione di genere è stata codificata gerarchicamente a svantaggio delle donne. L’8 marzo quindi è una giornata molto importante dal punto di vista sociale, è una festa di riconoscimento e ringraziamento verso le donne, di speranza e di lotta per la parità dei diritti politici, sociali ed economici in un mondo in cui la parità tra uomini e donne non è ancora riconosciuta in tutti i paesi.
Il Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze vuole ricordare anche tutte le donne delle società premoderne, quelle che ancora oggi vivono di caccia e raccolta o praticano il nomadismo pastorale o l’agricoltura di sussistenza, società nelle quali la vita individuale, familiare e comunitaria sono in continuo rapporto con la vita sociale e politica e dove la divisione dei ruoli tra uomini e donne conserva una simmetria imposta dalla relazione con l’ambiente naturale.
Condensando dieci anni di esperienze, viaggi e ricerca personale, Donne di Terre estreme è un libro di donne, per le donne, che negli angoli remoti del pianeta non solo allevano i bambini e preparano il cibo ma montano le abitazioni, parlano alle montagne, impastano il pane e sfidano il vento, raccolgono la legna e camminano, all’orizzonte, “sulla linea che confonde la fine della terra con l’inizio del cielo”. Donne di terre estreme è narrazione e documentazione fotografica di storie e momenti di vita quotidiana.
Il focus è su tre luoghi, Mongolia, Etiopia e Yemen. Qui, l’autrice ha vissuto e lavorato definendo questi luoghi come le esperienze più intense della sua vita.
E così, scorrono davanti ai nostri occhi le donne nomadi di una famiglia kazaka incontrata davanti al ghiacciaio Potanin in Mongolia Occidentale, quelle di una famiglia di etnia Afar in Etiopia che ha accolto l’autrice quando ha attraversato, da sola in bicicletta, la Dancalia, depressione desertica di sabbia, lava, polvere e sale e le donne di un piccolo villaggio, raggiungibile solo via mare, nell’isola di Socotra.
Comincia a viaggiare fin da piccola grazie ai genitori alpinisti. Compie studi umanistici e fa esperienze lavorative nell’ambito dell’organizzazione aziendale. Nel 2004 diventa "expert on tour” per Kel12 National Geographic Expeditions. È la data della svolta perché riesce ad unire per sempre la passione viscerale per i viaggi alla professione.
Donne di Terre Estreme sostiene il progetto di solidarietà internazionale "Una Ger per tutti", cioè una casa per tutti, rivolto alle madri single con bambini con disabilità che vivono nel distretto Chingeltei della città di Ulan Bator (Mongolia). L'obiettivo è quello di garantire un'abitazione, la sicurezza e l'assistenza medica sanitaria per i bambini e sostenere le loro madri attraverso l'inserimento nel mondo del lavoro per garantire l'autogestione e l'auto sostentamento dei nuclei familiari.
Il progetto nasce dalla collaborazione di NEED YOU Onlus, Croce Rossa della Mongolia, Rotary International e Montura.
L’acquisto della pubblicazione, disponibile presso il bookshop del Museo, si configura come donazione all’Associazione NEED YOU Onlus.