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Mostra "Nelle Foreste di Borneo"

Piante che non ti aspetti

Sorprendenti adattamenti nel mondo vegetale

Nepente dentata (Nepenthes bicalcarata)

Nepente dentata (Nepenthes bicalcarata). Foto di Jeremiah Harris, JeremiahsCPs, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

 

Sono davvero tanti i gruppi di piante peculiari di Borneo, o che almeno in Borneo esprimono al massimo la loro ricchezza di forme. La ricerca della luce, o degli elementi nutritivi, le spinge spesso a sviluppare adattamenti insoliti e sorprendenti.

Il gruppo botanico più “iconico” del Borneo è quello delle Nepenthes, piante carnivore dalle foglie trasformate in vasi di cattura (ascidi). Non sono esclusive dell’isola, ma soprattutto sulle pendici dell’imponente Monte Kinabalu, in Sabah, dove il suolo è spesso povero e l’apporto di elementi dev’essere garantito con metodi alternativi alle radici, hanno evoluto una ricchissima gamma di variazioni di forma e colori, ciascuna ad occupare una speciale nicchia ecologica: quelle che attraggono insetti, quella che raccoglie foglie morte, una addirittura a foggia di “WC” per indurre piccoli mammiferi a deporvi le proprie fatte... Beccari però non ebbe l’occasione di avventurarsi verso la grande cima. Di Nepenthes, in Sarawak, ne raccolse relativamente poche.

Orchidea epifita (Dendrobium secundum)

Orchidea epifita (Dendrobium secundum) - iNaturalist, rhinolin

 

Al contrario, ebbe numerosi “incontri” con piante in vario modo  rampicanti o epifite, cioè caratterizzate da adattamenti “opportunistici” per raggiungere la luce oltre la densa coltre arborea:

Le grandi aracee, le Freycinetia, alcuni pandani con le foglie lunghe e pendenti, insieme a felci, orchidee ed a tante epifite che è impossibile di enumerare, quasi esiliate dalla terra, trovavano su per aria da aggrapparsi colle radici alla scorza dei veterani della foresta (…) ad ogni passo si era trattenuti dagli uncini pungenti dei «rotang» (Calamus), le palme rampicanti tanto caratteristiche dei boschi della Malesia.

Odoardo Beccari, 1902

Altre “perle” cui Odoardo non può non dedicare particolare attenzione sono le “piante che non paiono piante”, quelle che - come e più delle carnivore - sembrano abbattere i criteri elementari con cui si usa di solito distinguere il mondo vegetale da quello di funghi e animali. Spesso rare ed elusive, si tratta delle piante parassite, di funghi, come le Lanterne delle fate e la Petrosavia) o di altre piante, come le specie del genere Rafflesia). Al contrario delle cosiddette “carnivore”, che usano le proteine delle “prede” come integratori, le parassite arrivano a demandare per intero il proprio sostentamento agli sforzi dell’ospite, sono prive di clorofilla e investono quasi il 100% delle risorse “rubate” allo svuluppo degli organi riproduttivi, cioè dei fiori e dei frutti.

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