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Dimora storica
Villa La Quiete

Anna Maria Luisa de' Medici

 

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Anna Maria Luisa de’ Medici (Firenze, 11 luglio 1667 – Firenze, 18 febbraio 1743) fu l’ultima rappresentante della casata fiorentina. Unica figlia del Granduca Cosimo III e della principessa Margherita Luisa d'Orléans, divenne nel 1690 la seconda moglie di Giovanni Carlo Guglielmo I, Principe Elettore del Palatinato. Nel 1691 Anna Maria Luisa partì per Düsseldorf, capitale del Palatinato; le nozze con l’Elettore vennero celebrate ad Innsbruck. Nel 1716, dopo un matrimonio senza figli e dopo la morte del marito, Anna Maria Luisa tornò a Firenze.


L’Elettrice Palatina a Villa La Quiete

Al suo ritorno divenne una frequente visitatrice della Quiete. Tale interesse si concretizzò nel 1716 con l’assunzione da parte della Principessa di quel patronato che era tramandato all’interno della famiglia regnante. La protezione dell’Elettrice Palatina ebbe tra i risultati più evidenti la definitiva evoluzione architettonica della Quiete in una vera e propria villa sullo stile delle altre ville medicee, tra le quali quella di Petraia e quella di Castello. In questo processo assume fondamentale importanza la definizione del giardino. A partire dal 1720 prese forma un progetto di ristrutturazione della Quiete e del terreno circostante. Nel 1720 fu avviata la costruzione della nuova ala destinata al Noviziato, che nel 1723 sarebbe stata destinata ad appartamento di Anna Maria Luisa de’ Medici, dopo la decisione della Principessa di soggiornare per lunghi periodi all’anno alla Quiete. Sotto la protezione di Anna Maria Luisa furono destinati più di ottanta tra dipinti e sculture di carattere religioso a Villa La Quiete, con testimonianze  di alcuni degli artisti maggiormente attivi a Firenze in quel periodo.


Il "Patto di Famiglia"

Con la morte di Cosimo III il trono toscano passò alla casata francoaustriaca degli Asburgo-Lorena. Dopo la morte del fratello Gian Gastone, nel 1737, Anna Maria Luisa era rimasta l’ultima rappresentante della casata dei Medici. Fu questo il momento in cui ella compì il gesto che fece la vera fortuna di Firenze, ovvero la stipula con la nuova dinastia regnante del cosiddetto “Patto di Famiglia”, che stabiliva che i Lorena non potessero trasportare "o levare fuori della Capitale e dello Stato del GranDucato ... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose ... della successione del Serenissimo Gran Duca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri". 
Con questo patto Anna Maria Luisa permise che Firenze non perdesse la gran parte delle opere d’arte che facevano parte del patrimonio mediceo e che non subisse la sorte di altre città d’arte, che all'estinzione o all'allontanarsi delle loro casate regnanti erano state letteralmente svuotate dei tesori artistici e culturali.

 

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