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Dimora storica
Villa La Quiete

Cristina di Lorena

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La quiete della villa 

Cristina di Lorena (Bar-le-Duc, 16 agosto 1565– Firenze, 19 dicembre 1637) acquistò la villa nel 1627 per farne un luogo di villeggiatura. Granduchessa di Toscana – nel 1621, alla morte prematura del figlio Cosimo II, assunse la reggenza insieme alla nuora Maria Maddalena d’Austria –, Cristina cercava in questo luogo il riposo e la quiete.  

La quiete doveva aleggiare anche negli arredi, così la Granduchessa commissionò a Giovanni da San Giovanni l’affresco che oggi dà il nome alla villa, “La Quiete che pacifica i venti” (1632).


Chiesa e scienza

A rendere faticose le occupazioni della vita pubblica non c’era però soltanto la politica. Molto vicina all’ambiente ecclesiastico – fu lei a costruire il corridoio di Boldrone che collegava la villa alla chiesa del vicino monastero - e attratta al tempo stesso dal sapere scientifico, si ritrovò coinvolta nello scontro tra il rigoroso pensiero teologico controriformista e le nuove visioni scientifiche che sovvertivano la costruzione del sapere.

Fu proprio Cristina di Lorena la destinataria della più importante delle quattro Lettere Copernicane scritte da Galileo Galilei per argomentare che il sistema copernicano eliocentrico non confliggeva con la sacra Scrittura. Galileo cercava di ottenere il favore della Granduchessa affinché lo proteggesse nei dibattiti romani, presagendo la condanna dal Sant’Uffizio che di lì a poco sarebbe realmente avvenuta.


Gli ultimi giorni

Ritiratasi a vita privata, Cristina si rifugiò nella quiete della villa dove rimase fino alla fine dei suoi giorni. Nonostante nel suo testamento Cristina avesse espresso la volontà che la villa rimanesse in uso delle principesse sue nipoti, alla sua morte questa passò in eredità al Granduca Ferdinando II e venne assegnata a Lorenzo de’ Medici, che risiedeva nella vicina villa della Petraia. Villa la Quiete diventò così l’abitazione del suo “Maestro di Camera”, il barone Alessandro Del Nero.

 

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