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Botanica

L'Erbario Centrale Italiano

(Herbarium Centrale Italicum, HCI)

È il più grande erbario italiano, e tra i primi 10 al mondo per numero di campioni.

La sua fondazione si deve al medico e botanico siciliano Filippo Parlatore, chiamato a dirigerlo nel 1842 dal Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena. Da allora l’Erbario è cresciuto in modo costante: è un erbario cosiddetto "aperto", con acquisizioni continue di campioni vegetali. 

Esso contiene la collezione delle piante a seme (Erbario fanerogamico) e quella degli organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni (Erbario crittogamico). Esiste anche un deposito che contiene centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati.

L’Erbario è un formidabile archivio di biodiversità vegetale. In esso sono infatti conservate anche piante raccolte in località dove oggi non esistono più o sono in stato critico di conservazione. Il prosciugamento di una palude, ad esempio, comporta la scomparsa tutte le piante legate all’ambiente acquatico e, in assenza di reperti d’erbario raccolti in quel luogo, è molto probabile che oggi non ne resti traccia. Questa è una delle ragioni che rende vitale l'importanza dell'Erbario Centrale Italiano e, più in generale, della memoria conservata negli erbari nel mondo.

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