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L'insieme dei fossili di animali invertebrati ammonta a oltre 200mila esemplari: è la più importante collezione paleontologica italiana e una delle massime d'Europa.
Raccolta in oltre 150 vetrine, è suddivisa in ordine stratigrafico dai fossili del Cambriano di varie località europee a quelli del Pleistocene toscano. Conserva molluschi bivalvi quali Arctica islandica testimoni delle più recenti fasi glaciali, i brachiopodi del Permiano di Palazzo Adriano in Sicilia, centinaia di ammoniti dal Triassico al Cretaceo raccolte dentro e fuori Italia, solo per citare una piccola parte delle collezioni.
Molti degli esemplari più significativi sono esposti lungo un'immaginaria "freccia del tempo": dai fossili più antichi ai più recenti, o in ordine opposto, dai resti di animali a noi più familiari, come le conchiglie di bivalvi e gasteropodi ancora presenti nel Mar Mediterraneo, a quelli di un passato remoto, come gli artropodi degli Scisti di Burgess, provenienti dal Canada e con un'età geologica di 500 milioni di anni.
Nella Sala della balena, inoltre, sono esposti invertebrati fossili con l'intento di mostrare le relazioni tra specie vissute nell'ecosistema del mare pliocenico toscano, che ha conosciuto la sua massima espansione circa 3 milioni di anni fa. Tra di essi i resti degli animali che si sono nutriti dei tessuti di una grande carcassa di balenottera, e le tracce lasciate dai "vermi mangiossa" rinvenute nei reperti delle collezioni storiche raccolte a Orciano Pisano nella seconda metà dell’Ottocento.
Referenti delle collezioni Stefano Dominici | Luca Bellucci | Andrea Savorelli
Leggi di più sulle collezioni di invertebrati in saggi suddivisi per tempo geologico (di Stefano Dominici; il saggio sugli invertebrati paleogenici è con Simonetta Monechi), in: Monechi, S. e Rook, L. (a cura di), 2010, "Il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze : Le collezioni geologiche e paleontologiche", Firenze University Press (pp. 89-161).
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